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FUORI delle RIGHE

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CRISTO RE

"il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù" (Gv 18)

Gesù non ha combattuto e non ha mandato a combattere perché il suo regno non è di questo mondo, non appartiene alle logiche di questo mondo.

"Tu lo dici; io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per rendere testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce".

Colui che ascolta la sua voce, il cristiano, chiunque è dalla verità non può avere nessun'altra logica se non quella evangelica.
Il cristiano non è fuori del mondo, è capace di vivere la realtà storica nella sua pienezza perché ha una visione "altra" rispetto all'umano e al mondano.

Il giudizio del cristiano sulla storia e la sua azione conseguente non può prescindere dalla regalità di Cristo che non ha combattuto e non ha mandato a combattere nessuno, che ha preferito la logica della croce che è misericordia e perdono, amore per il nemico fino al sacrificio della propria vita.

Questo "fondamento" morale mi sarei aspettato da tante parole pubbliche pronunciate in questi giorni a nome della Chiesa.

La copertina di Famiglia Cristiana di questa settimana mostra i volti di alcuni Carabinieri e sotto la scritta "GRAZIE"… non andava forse meglio la scritta "perdono"? Li abbiamo mandati per una missione di "pace" in una situazione di "guerra" profondamente sbagliata. E come sappiamo bene, e la storia ce lo insegna, ogni guerra di ogni epoca ha il suo movente ideologico ed il suo motore economico. Da una parte la missione di pace, dall'altra la garanzia per il potere economico nazionale di avere una fetta nella ristrutturazione di un paese che la guerra ha volutamente distrutto.

23.11.2003